L'Idrossipropilmetilcellulosa (HPMC) è stato presentato come un polimero versatile che trova applicazioni in settori diversi come l'edilizia e l'industria alimentare. Ma c'è un lato oscuro dietro a questa sostanza multiuso: l'HPMC è classificato come un additivo alimentare, e ciò solleva preoccupazioni riguardo alla sua possibile influenza sulla permeabilità intestinale. Mettiamo in risalto il lato meno conosciuto dell'Idrossipropilmetilcellulosa (HPMC), spesso considerato erroneamente una fibra e un additivo miracoloso. In questo articolo, ci addentreremo nei misteri che circondano l'uso di HPMC nei prodotti alimentari e il suo possibile impatto sulla salute intestinale. Cosa dicono le ricerche scientifiche? Esistono prove che collegano l'HPMC a problemi di permeabilità intestinale? Insieme, esploreremo questo tema affascinante e cercheremo di rispondere a una domanda cruciale: qual è il vero impatto di questo polimero sulla salute intestinale? Cosa si intende per additivo alimentareGli additivi alimentari sono più specificatamente definiti dal Codex Alimentarius come: “qualsiasi sostanza non normalmente consumata come alimento in sé e normalmente non utilizzata come ingrediente caratteristico di un alimento, indipendentemente dal fatto che abbia o meno valore nutritivo, la cui aggiunta intenzionale all’alimento per un fine tecnologico scopo nella produzione, lavorazione, preparazione, trattamento, imballaggio, trasporto o conservazione di tali prodotti alimentari, o si può ragionevolmente prevedere che possano far sì che essi o i loro sottoprodotti diventino, direttamente o indirettamente, un componente di tali alimenti”. Gli additivi alimentari, come il glucosio, i sali, gli emulsionanti, i solventi organici, il glutine, la transglutaminasi microbica e le nanoparticelle, sono ampiamente utilizzati nell'industria alimentare per migliorare la qualità dei prodotti. Tuttavia, ricerche recenti hanno dimostrato che questi additivi possono compromettere l'integrità della barriera intestinale, nota come giunzione stretta, aumentando la sua permeabilità. Questa compromissione della giunzione stretta è stata associata a numerose malattie autoimmuni, sottolineando il suo ruolo cruciale nella patogenesi di tali disturbi. Si suggerisce che l'uso diffuso degli additivi alimentari industriali possa indebolire la funzione protettiva della barriera intestinale umana, aprendo la strada all'ingresso di antigeni estranei, scatenando così reazioni autoimmuni. Futuri studi sull'interazione tra l'esposizione agli additivi alimentari, la permeabilità intestinale e le malattie autoimmuni contribuiranno a migliorare la nostra comprensione dei meccanismi sottostanti coinvolti nella progressione di queste patologie. "Sotto l'effetto degli additivi alimentari, la barriera intestinale si indebolisce, aprendo la porta alle reazioni autoimmuni." Le alterazioni della permeabilità intestinale possono portare ad un aumento dell’assorbimento degli antigeni luminali, che è stato collegato a diverse malattie intestinali, come le malattie infiammatorie intestinali, la celiachia e la sindrome dell’intestino irritabile, ma anche a malattie extra-intestinali. In un precedente articolo, abbiamo esaminato sette additivi comunemente impiegati e il loro impatto sul benessere intestinale. L'idrossipropilmetilcellulosa (HPMC) è un additivo emulsionante ampiamente utilizzato nell'industria alimentare, soprattutto nella produzione di alimenti senza glutine. cos'è l'HPMCL'Idrossipropilmeticellulosa, detta anche Ipromellosa, è un polimero semisintetico derivato della cellulosa. Si presenta come una polvere bianca solubile in acqua fredda, inodore e insapore. Si tratta dell'additivo alimentare contrassegnato dalla sigla E464. Viene prodotto modificando chimicamente la cellulosa, un polisaccaride naturale (una fibra) che si trova nel legno, nella canna da zucchero o il cotone. Vengono utilizzati l'ossido di Propilene sostanza chimica, e il metiletere (o cloruro di metile), un reagente. La Cellulosa viene fatta reagire con l'ossido di propilene e il cloruro di metile. Poi un ultimo processo di purificazionerimuove qualsiasi materiale di partenza non reagito per ottenere un composto puro L’ossido di propilene è utilizzato per produrre glicol propilenico, una sostanza molto versatile che trova impiego come solvente nell’industria farmaceutica, come additivo alimentare, come intermedio per la produzione di resine poliesteri, nonché come fluido decongelante negli aeroporti. L’ossido di propilene è aggiunto come additivo in molti propellenti. Un impiego particolare è quello che prevede l’uso di ossido di propilene per contrastare la salmonella in alcuni tipi di frutta secca (ad esempio mandorle e pistacchi). Nel 1839, un chimico francese isolò il cloruro di metilene da una miscela di cloro e di clorometano esposta alla luce del sole. Il diclorometano è stato ampiamente utilizzato nel corso degli anni, fino a che non ne è stata indicata la tossicità e il suo effetto cancerogeno. E' un composto chimico utilizzato sia come solvente che come diluente nella formulazione di vernici e di collanti, viene utilizzato nell’industria farmaceutica e in diversi processi industriali. Il diclorometano (DMC) è un composto organoclorurato e si presenta come un liquido incolore non infiammabile. Viene ampiamente utilizzato come solvente e nonostante sia immiscibile con l’acqua, è polare e anche miscibile con solventi organici come ad esempio etanolo, acetato di etile, tetracloruro di carbonio, etere dietilico, benzene ed esano. Dove si usa l'HPMCL'Idrossipropilmetilcellulosa (HPMC) è una sostanza versatile con numerose applicazioni in diverse industrie. In sintesi, le principali aree in cui viene utilizzata includono: 1. Industria Tessile: In questa industria, l'HPMC viene impiegata per creare rivestimenti resistenti all'olio. 2. Industria Edilizia: L'HPMC trova utilizzo come stucco per muri, malta, additivo per calcestruzzo, cappotto, intonaco di gesso e crack filler. Questi utilizzi contribuiscono a migliorare la qualità e la durabilità delle strutture. 3. Settore Medico: L'HPMC è utilizzato in campo medico per il trattamento dell'occhio secco, nelle capsule per controllare il rilascio di farmaci, come agente addensante, polimero di rivestimento, bioadesivo e in formulazioni a rilascio modificato. Queste applicazioni promuovono il rilascio controllato dei farmaci e migliorano la solubilità, tra le altre funzioni. 4. Alimentazione: L'HPMC è utilizzato come additivo alimentare (E464) ed agisce come stabilizzante e addensante in vari prodotti alimentari. 5. Farmaceutica: L'HPMC è impiegata per il rilascio controllato di farmaci, come agente addensante nelle soluzioni oftalmiche, come agente di rivestimento nelle compresse per migliorarne l'aspetto e proteggere il farmaco, come stabilizzatore di soluzioni ed emulsioni, e per migliorare la biodisponibilità dei farmaci. 6. Cosmetica: In cosmetica, l'HPMC funge da agente antistatico, binder, stabilizzatore di emulsioni, agente filmogeno, tensioattivo per la pulizia, agente di controllo della viscosità. Queste applicazioni contribuiscono a migliorare l'aspetto e la stabilità dei prodotti cosmetici. La consapevolezza che l'HPMC, comunemente utilizzato nell'edilizia, sia anche impiegato nella produzione del pane senza glutine, solleva in me una serie infinita di interrogativi. HPMC e sicurezza alimentareL'Efsa (l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha approvato due claim che certificano i possibili benefici derivanti dall'assunzione di idrossipropilmetilcellulosa.
Il claim che parlano dei benefici dell’idrossipropilmetilcellulosa devono contestualmente avvisare il consumatore che vi sono possibilità di soffocamento in caso di difficoltà di deglutizione o quando vengono ingeriti senza essere accompagnati da una quantità di fluidi insufficienti. L’idrossipropilmetilcellulosa deve infatti essere assunta insieme ad acqua abbondante, così che possa raggiungere facilmente lo stomaco L'HPMC è una fibra, o un additivo...Numerosi sono gli studi effettuati sulle proprietà emulsionanti dell'idrossipropilmetilcellulosa. Questi studi dimostrano l'efficacia dell'HPMC nel migliorare le proprietà meccaniche e reologiche degli alimenti. Essa ha una grande capacità di assorbire i liquidi e di mantenere soffici le preparazioni dopo la cottura. Viene considerato sicuro relativamente alle sue proprietà fisico-chimiche, tossicologiche ed ecotossicologiche ( Regolamento (CE) n. 1272/2008 (c.d. regolamento CLP) e alcuni sostengono abbia buone capacità di appassare il colesterolo Alcune nuove evidenze indicano però che gli additivi alimentari artificiali potrebbero interagire con il microbiota e influire sulla salute dell'ospite. Inoltre, recenti studi preclinici hanno suggerito una possibile correlazione tra il consumo prolungato di additivi alimentari e l'insorgenza di disturbi intestinali e malattie metaboliche. Un'interessante revisione del 2020 evidenzia come l’esposizione agli additivi alimentari potrebbe indurre disbiosi e disregolazione dell’omeostasi intestinale con alterazione della barriera intestinale e attivazione della risposta immunitaria. Abbiamo ampiamente affrontato in un recente articolo, come la nostra dieta svolga un ruolo cruciale nella salute intestinale, influenzando il benessere dell'ospite e il sistema immunitario direttamente. In particolare, la relazione tra ciò che mangiamo e il nostro microbiota intestinale potrebbe essere fondamentale per comprendere le cause della sindrome dell'intestino irritabile (IBS). Negli ultimi decenni, l'occidentalizzazione delle nostre abitudini alimentari ha portato a un aumento del consumo di additivi alimentari, che si trovano in quasi tutti i prodotti alimentari trasformati. Uno di questi additivi, il sale, è uno dei più diffusi per la conservazione degli alimenti. L'alto consumo di sale è noto per alterare la composizione del microbiota intestinale e influenzare la produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA) nelle feci. Questo può avere effetti sul nostro sistema immunitario, promuovendo l'infiammazione a livello intestinale e sistemico, con potenziali conseguenze come l'ipertensione e l'obesità. Allo stesso tempo, molti altri additivi alimentari vengono intenzionalmente aggiunti ai prodotti alimentari per migliorare il loro aspetto, conservare il sapore e prolungarne la durata di conservazione. La regolamentazione dell'uso degli additivi alimentari è affidata alla Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti e all'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) in Europa. Tuttavia, c'è preoccupazione per la valutazione ancora poco chiara degli effetti degli additivi alimentari sulla salute umana. L'HPMC è un emulsionante additivo che, essendo un derivato della cellulosa, viene sempre più spesso ritenuto una fibra. In base al documento "Statement of the Scientific Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies on a request from the Commission related to dietary fibre," le fibre includono varie molecole, tra cui carboidrati non digeribili, lignina e sostanze indigeribili. Queste molecole comprendono polisaccaridi diversi dall'amido, oligosaccaridi non digeribili, cellulosa, emicellulose come arabinoxilani, arabinogalattani, xiloglucani, pectine, fruttani (inulina), gomme e mucillagini. Inoltre, sono considerati composti analoghi ai carboidrati, destrine non digeribili, carboidrati di sintesi e derivati come polidestrosio, metilcellulosa e idrossipropilcellulosa. Quindi, un prodotto contenente addensanti come la metilcellulosa o l'idrossi-propilmetilcellulosa, che sono derivati della cellulosa, potrebbe, in base a questa nuova definizione, essere etichettato come "Con fibre," poiché contengono un ingrediente derivato dalla cellulosa che rientra nella categoria di fibre alimentari. Sembra una specie di gioco di prestigio: da un lato, gli additivi alimentari sono fortemente sospettati di avere un ruolo significativo nelle infiammazioni intestinali, ma dall'altro, nonostante la scarsità di studi disponibili, vengono utilizzati in maniera smisurata in alimenti destinati a persone potenzialmente più suscettibili alle infiammazioni intestinali, come ad esempio nei casi di malattia celiaca. Inoltre, la crescente domanda di alimenti vegani ultraprocessati sta portando a un ulteriore aumento dell'uso e consumo di questi emulsionanti. HPMC e il suo utilizzo in cucina recentemente avuto l'opportunità di partecipare ad un corso di cucina a pagamento incentrato sulla preparazione di pizze e focacce senza glutine utilizzando farine in purezza. Inizialmente, sono rimasta entusiasta di questa opportunità e mi sono iscritta con grande interesse. Tuttavia, durante la ricezione del materiale del corso, ho notato con sorpresa che tra gli ingredienti consigliati era elencata anche l'idrossipropilmetilcellulosa (HPMC). Perplessa, ho chiesto spiegazioni allo chef responsabile del corso, il quale mi ha gentilmente spiegato che, in ambito di panificazione, l'HPMC viene considerata come una fibra naturale. Questo mi ha portato a riflettere ulteriormente sul motivo per cui si fosse menzionato l'uso di farine in purezza nel corso e di come il termine "in purezza" possa essere interpretato in modi diversi, a seconda di cosa si intende promuovere. L'idrossipropilmetilcellulosa (HPMC) rappresenta uno dei numerosi additivi utilizzati per ritardare l'invecchiamento in prodotti da forno, in particolare nei casi di pane e prodotti senza glutine. In questo contesto, è comune trovare anche altri idrocolloidi come la gomma guar (E412), la gomma xanthan (E415), e la nostra idrossipropilcellulosa (E463). Gli idrocolloidi agiscono prevenendo l'indurimento attraverso la loro abilità di trattenere l'acqua e impedirne una distribuzione eccessiva all'interno delle matrici amilacee, come suggerito da alcuni studi. E' interessante sapere che un buon pane lievitato senza glutine si può ottenere anche con un mix di farina di grano saraceno, farina di carrube e bucce di psillio (2%). Non avrà la stessa durata di un pane con idrocolloidi, ma forse potrà essere considera una valida alternativa. Vi sono inoltre numerosissimi studi sull'utilizzo della farina di ceci in panificazione che potrebbe egregiamente sostituire l'uso degli idrocolloidi. Ne parleremo nel prossimo articolo. La Cautela non è mai troppa: Un Approccio moderato al Consumo di HPMCIn merito alle ricerche sull'HPMC, la situazione attuale non offre una chiara risposta, poiché gli studi sugli additivi e gli addensanti sono ancora limitati. Non possiamo affermare con certezza che gli emulsionanti come l'HPMC siano infiammatori per l'intestino, ma allo stesso tempo non possiamo affermare il contrario in modo definitivo. Personalmente, seguo il principio del buonsenso e della precauzione. Se anche solo nutro un ragionevole dubbio, ritengo sia prudente limitare il consumo di tali sostanze finché non emergono studi e raccomandazioni più chiare e definitive. Mi chiedo se le popolazioni longeve abbiano mai sentito la necessità di utilizzare addensanti o emulsionanti per preparare i loro piatti della longevità. Forse c'è qualcosa da imparare da tali tradizioni culinarie che hanno favorito la longevità nell'ultimo secolo. Ti potrebbe interessare anche...Fonti:
Hydroxypropyl methylcellulose (HPMC) reduces the hardening of fructose-containing and maltitol-containing high-protein nutrition bars during storage Changes in intestinal tight junction permeability associated with industrial food additives explain the rising incidence of autoimmune disease Food Additives, Gut Microbiota, and Irritable Bowel Syndrome: A Hidden Track Additivi alimentari: ecco quali alterano il microbiota e aumentano il rischio di colon irritabile https://www.tiiips.com/m/tiiips/home?action=listReviews&reviewID=3071&oID=2189 https://www.dcfinechemicals.com/catalogo/Hojas%20de%20seguridad%20(IT)/116561-SDS-IT.pdf
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